Joe te le ta

La terza volta con Sydney Pollack fu in occasione di "Joe Bass l'implacabile" (1968, t.o. "The Scalphunters"). Il cipiglio del versatile autore statunitense al servizio del western impegnato, ma non troppo.
Primo cimento di Pollack nel Lontano Ovest, che il 'Rofum ormai bazzica. Vediamo come si comporta il regista di Lafayette. Negli originali titoli di testa illustrati, annunciato Burt Lancaster, poi vecchi mestieri, scene da quei luoghi. Vita libera, si finisce a saltar tra i fiori. Joe Bass è amico di "Due Corvi", ex-comanchi. Andrà a riprendere le pelli col Joseph Lee dell'attore regista e attivista (?) Ossie Davis (1917-2005). Lotteranno sino all'ultimo.
"Sei africano, di professione schiavo". Comanche africano. I "Kiowa", dal cuore del continente. Spettacolo, i cavalli inchiodano al fischio, senza ABS. Svariati scalpi (25$ cad.) e investimenti realistici (morti veri). Poppea sulla roulotte aperta: Shelley Winters, 1920-2006, che donna! Che moglie e che filmografia!
Scenografico, sinuoso nei movimenti, truce in battaglia. "A sobbalzare su tutti i sassi del creato". Saperi di erbe e piante che salvano la vita (oltre l'adulazione omeopatica). "Espedienti indiani" tutt'altro che luridi e ignobili. E ora che le pelli le hai recuperate, vecchio Joe Bass? (pensa ad alta voce, "Penna Nera"). Il cavallo gli ha dato l'idea: "Alzati e muoviti". Bass, con "un'enorme opinione di sé" (oh! Tutti a toccare il naso a Burt!). Finale in commedia (avventura), con tanto di uccellini intorno alla testa malridotta. Pollack non volle infierire.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento