Testa bassa, con Clint Eastwood, e mano sul naso. Nel 2010, il presuntuoso regista statunitense s'inerpicò su discorsi "alti", sfracellandosi (e ci). La fatica di scrivere dei suoi film, andare appresso la futile spettacolarizzazione, dietro vacue elucubrazioni, che c'hanno portato dove siamo. "Hereafter", del 2010, al di là del soggetto, manca pure dell'abito.
Beccamorto Eastwood si avventa sullo Tsunami. Peggio per, travolto dal paranormale, finendo su bancarelle da best seller. La donna della bicicletta, poveretta, vi mette fascino e cruccio, ma le immagini, le idee, le parole!, non sono responsabilità sua. Ci pensa Clint, a ipnotizzare critici e pubblico: evidentemente il minimo paga. Figurarsi un medium, come Matt Damon, che non può scopare senza avere le visioni. Al massimo, con questo cinema, puoi iniziare a spifferare. E dire tutto ciò che ti viene in mente, seguito da miriadi di topolini col QR Code.(depa)
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