Se i cinema, che hai foraggiato indefesso, ti chiudono in faccia dimostrando quanto siano pregni di cultura (la loro), puoi farti una risata e volgerti al Cinema. Come se nelle sale vi fosse di meglio d'un Vittorio De Sica: "Ieri, oggi, domani" (1963), varie sfumature di donna, di Donna Sophia, sempre mozzafiato, sovente strappacuore, in Techniscope.
Carlo Ponti ci porge sua moglie. 1. Prima i magici scugnizzi di Napoli (gazzelle di piazza, gattini sotto il letto da scacciare con la scopa), la solidarietà di quartiere è una danza ("Tiene 'a panza!"). In "Adelina", splendido affresco partenopeo scritto da Eduardo De Filippo, movimenti macchina eleganti e spigliati (avanti!). "Poi scade l'immunità". Puntuali come le ciliegie. Marcello Mastroianni meschino ai piedi della dea (comprendo). "E che me ne fotte se muove la gamba, dotto'". Sophia Loren occupa tutto lo schermo, travolgendo chi le si para dinanzi, a suon di grida, a suon di fianchi. "Ricchione!" (-"Insulti alle forze dell'ordine", -"Brava"). La poesia d'un tempo, coi colori guizzanti della pellicola ideata a Roma l'anno prima. 2. Milano in corsa, tra canottieri, palazzine e automobili straniere. Più quattrini, dalla pancia ad altri vuoti (ma a 119 Km/h). In nodi ben prima del petting. "Anna" è una donna di classe (da Moravia). 3. Roma per la "Mara" di Cesare Zavattini. La vis comica di Mastroianni è quella che fu (ipotizzo il nostro Ugo di Cremona e...arrgh!). Roma-Anagni-Roma, da giovedì a sabato, uno spogliarello che dura molto di più. "Ma, come perdonami?".
Fazzoletti in aria per i gioielli d'una volta.
(depa)
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