Revolution de libertad

Il Cinerofum ha già incontrato Tulio Demicheli. Ne vengon fuori sempre western godibili. Con l'eroe giusto, con sane simpatie rivoluzionare, a difesa degli oppressi. Mica per dollari, ma per qualche amico in più. "Un uomo e una colt", 1967.
Coi giocatori in campo, la novità abbaglia gli spalti. Nella produzione Roma-Madrid, il gregario Robert Hundar, all'anagrafe Undari Roberto, titolare al centro della formazione. Giustiziere dai valori indefettibili, ma "accdidenti come spara!". Gloria Milland, col suo fascino vivace. Già Nino Stresa alle sceneggiature dell'autore argentino, col montatore Eugenio Alabiso, in "Techicolor-Techniscope".
Tra soprusi e grida, "Viva Zapata!", il gringo Dakota Joe conquista autorevolezza e fiducia. Fernando Sancho, tanto per cambiare, è Pedro, buontempone, ex-bandito "ridendo" dai propri peccati, tanto attaccato alla mammina (che non sta bene, ma non si vede). "Bello" averlo al fianco..."Viva la Rivoluzione!". Dalla parte di vessati e discriminati, contro giostre messicane e giochi di potere. "Terra e libertà!". Tra il regista di Buenos Aires e i capitolini, v'era un certo sentimiento. Sembra fatta, ma son "tutte balle". Quindi, prende posizione, Joe Dakota, e parte per la rivoluzione.
(depa)


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