Il Giorno della sfiga

Western
, western...come "La legge del fucile", del californiano Harry Keller (1913-1987). Prima delle grandi scosse sessantesche, le pellicole ricoperte dalla polvere dell'Ovest, s'avvolgevano attorno a intrecci per tutti, caratteri e gusti. Anche questa, del 1958, narra di un amore finito in sparatoria.
"Universal" presenta, in Technicolor-Cinemascope, le avventure del giudice James Scott. Toghe rompiscatole, in un racconto dal taglio classico, anni 1950, con disinvoltura senza affanni. Buoni sentimenti (musicati) tra i brutti ceffi attorno. 1-Charlie Heyes NON è in California, 2-Lee Van Cliff (da San Pablo) è suo cugino. Uhhh! Pareva tutto tranquillo (diceva qualcuno), ma due corna squarciano il sipario. Fred MacMurray, il magistrato travolto, ha stile da spendere. Toro nemmeno infuriato, ramingo troppo impegnato. Lo sceriffo, invece, è una sorta di Marlon Brando (il busto di Dusseldorf, John Ericson, 1926-2020). L'udienza è aperta, fuochi incrociati, dal giallo al rosa, al nero. Il giudice integerrimo farà l'unica cosa possibile. Poi, coraggio e gerarchia fanno il resto. Tira e molla sorprendente, quello steso dagli sceneggiatori (più fonti). Tante chiacchiere sino al duello conclusivo, invero scontato e tagliato con l'accetta, come buona parte della pellicola.
...solo, soletto, nel Western.
(depa)

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