Risalendo la filmografia di Andrej Tarkovskij, si passa per il celebre mediometraggio, del 1960, con cui il regista sovietico si diplomò all'istituto cinematografico di Mosca. Prime foto d'infanzia, che poi svilupperà, coi colori dell'immaginazione. "Il rullo compressore e il violino": una giornata fantastica, rovinata da un lockdown, non fermerà il cinema.
"A MOSFILM Studios Production, URSS", scritto da Andrej Končalovskij. Medi monelli e piccoli musicisti. Picchiatori di botte e suonatori di fantasie (affetti da "troppe fantasie", secondo le maestre). Primi passi nella vita, con un amico tra i grandi del quartiere. Il russo confessore e il bambino. Stregone della narrativa cinematografica, coi tempi già maturi e lo stile già marcato, Andrej. Compositore di sequenze, uno spuntino nella chiesa abbandonata, un angolino di maturazione, un pomeriggio indimenticabile. Perla immancabile del rigoroso e poetico autore della sperduta Zavraž'e.
(depa)
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