Pseidos

Torna Yorgos Lanthimos, lasciando entrare aria algida dalle vette della disgregazione sociale. Con "Alps", del 2011, il regista ateniese picchia, forte, sempre. Supporto illegale dal capitale a responsabilità imitata. Ma "andrà tutto bene".
Povera, sì povera, nuova Grecia prevaricata. Condannata da vecchi maestri. Le sale d'aspetto sono piene d'ex-campioni di tennis. Esistenze costellate dai nomi di Hollywood, rimandi ad altre apparenze, nei nostri inesistenti quotidiani. Escamotage che arrivano dall'oriente, per sprofondare nella culla della civiltà, nell'abisso d'una cultura che produce falsa vita, propina autentica morte. Fredde allegorie dei nostri ruoli inanimati. Eden una parola incastonata nella recita (scappa da ridere). Generazione cui è preclusa qualunque performance pop. "Prince è morto" ("Prince non è morto"). Tensione vitale infetta, è l'ossessione che spinge avanti. Gioco pericoloso, quando le Alpi potranno essere sostituite. Tra isteriche gelosie e spasmodiche reazioni, si rimane ancorati ad Elvis. Sino al punto di rottura (in caso di incendio...). Nuclei di calore insopportabile in mezzo all'urtante ghiacciata filmica dello spietato autore greco: la protagonista che "balla" con la partner, poi non-morta dinanzi alla tapparella. Orrido caleidoscopico sui nostri gesti simulati. Il capitalismo è irresponsabile, noi non sappiamo che imitarlo.
(depa)

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