Famiglia gelo

Difficile rimanere incolumi all'avvolgente e angosciante cinema di Rainer Werner Fassbinder. Percorrendo i suoi lavori per la [TV], si scoprono preziosi terribili scorci sui mattatoi della terra, sui mortiferi marchingegni del pensiero: "Selvaggina di passo" (t.o. "Wildwechsel"), del 1972, avvisa tutti di una rivoluzione violenta.
Sottile s'insinua Rainer. Le dinamiche di famiglia, ancor più fredda dell'amore. Conflitti greci nelle stipate abitazioni di città. Casalinghe rimuginano, padri impazziscono. La prima volta d'una ragazza, nemmeno così male. Anafilassi del cuore. Le successive volte, tra polli macellati e zwei bier. Oehhh, pena di morte! "C'è amore solo per i genitori". Il pensiero di Hanni ultimo nell'agenda di padre e madre. "Sei ancora una bambina". Non si arrende, Hanni. Che fascino e intensità, Eva Mattes. Ed uno ad uno gli altarini, mai riposti: nonni peggiori, nostalgie dittatoriali.
L'amore si chiede "perché piangi?", la passione ribadisce "a qualcosa penserò". "Ma senza denaro niente amore...". Un sentimento incomprensibile, "forse è malato". Affetto da forze vive, inimmaginabili da bravi genitori. "Il destino di una ragazza estrema", recita la locandina, sfiora un'arma, per uno splendido abbominevole parricidio ("L'hai preso!!").
(depa)

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