Respect, Ator

Arrampicandosi per la filmografia di Mario Bava, ci si imbatte, lapide 1966, ne "I coltelli del vendicatore". "Directed by John Old", non cambiano solfa (terrifica ossessiva), né sostanza (plasmatica). Cupi forsennati eroi del Nord, soffiano come il vento, si posano in cenere.
"Il disco del sole sulle braccia dell'uomo...". Se l'Harald del perugino Jack Rossi Stuart (1925-1994) è vivo! (e lotta insieme a chi?), il vero fiero è Ator, così giusto e incombente. Cameron Mitchell, "Starring", pare fatto apposta: da un'altra epoca dimensionale (importa se si fa soffiare Moki?) "Per la prima volta sullo schermo...Lissa"! (pure l'ultima, mi sa; Lisa Wagner?). Marcello Giombini alle musiche sempre. Technicolor (Techniscope). L'Hagen di Fausto Tozzi predica il diritto di Forza e Violenza. Mike Moore ci mette o' core! (il viterbese Amedeo Trilli, 1906-1971). Bellezze nordiche sparse e spiazzanti. Tra cui vi sarà pur Lissa! Intanto Karen, moglie di Harald (ouh...) mozza il fiato come un colpo di Thor. Corpo a corpo seri, "good boy!", che fan male. 
Par di cogliere frammenti d'affreschi fordiani, se proprio (è buona), che poi verranno squarciati col coltello del terrore. Unica mano, quella di Bava, molteplici tinte, melodie, atmosfere. Quasi tentenni di fronte a questo Old, ma è Lui. A ribadire la sua maestria nel toccare le svariate corde del racconto cinematografico. Meno "bavoso", forse, ma sempre 'raviglioso; tra dinamiche e tensioni da "western", coi saloon che scendono nella roccia e truci duelli coltelli. Il vendicatore non aveva altro (manco la luce, Olsen!). Ma ecco la strega morente, ecco le caverne. Quelle di Bava son chicche. Ne mordi una, ne trafiggi un'altra.
Ator, rispetto.
(depa)

ps: ma chi è ca&/o è Olsen?

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