City Parabola

Dai...appena finito di vedere "Cimarron", di "girare, girare, sino ad essere esausta", vien da scriverne. Western del 1960, quindi nella fase calante del robusto regista Anthony Mann, non ne risente. Epopea di conquista e d'ingiustizia, la famiglia di Yancey Cravat, nata morta. Una famiglia.
Filmone, ché rigonfio tutto. "M-G-M presents" Glenn Ford, Maria Schell, Anne Baxter...e una canzone a lui dedicata (Franz Waxman). "In technicolor (Cinemascope, in Panavision). 22/4/1889, h. 12:00. "La chiamarono Oklahoma". Impostazione classica, nessun intento di stupire. Mann è negli occhi della "cara" che non cessa di fiutare il nemico, nonostante un agguato virato in ricordi ed abbracci. Istinto di classe. Nido e focolare in costante allerta. "Cimarron" pare il Prof. in via Balbi, "conosci tutti!". E tutte.
Una vera pacchia nella paradisiaca Oklahoma. C'è bisogno di paladini dei deboli. C'è Sam, reporter di frontiera. Della schiera dei registi mai dimentichi, presenti a sé, Mann mette in scena l'assassina corsa all'oro. La folle gara dei coloni, sequenze memorabili, la plastica efferatezza della vita costretta in lotta (gli spari delle truppe a certificare). "I morti". [simile sconfitta le resse d'oggi nelle CATENE d'hi-tech]
Cadaveri e sorrisi, in cerca d'una felicità che non esiste. Mann picchia duro, si sa, quindi può permettersi tocchi al cuore di rara intensità. Nessun rischio di cadere, tanto la materia è dura. Non rimane che dolore. L'amata in lacrime, arresta ogni furia.
Tamburi di rabbia nei timpani di Yancey, si arrangerà ("Ho sentito!"). La town si fa City, anche Osage ingrossa "incontaminati e stupidi". Scricchiolano i sentimenti. Vedere le cose diversamente. Non essere quello giusto per l'altro. Può tremare il terreno.
Crisi e vecchi chiodi. Baxter ferita, "Dixie" che "ormai non ha più voce". Avanti. Alaska, Cuba, il tempo s'allontana. La frattura umana deflagra nella Grande Guerra.
A buon diritto nel ciclo "C'era una volta il western" di "Iris" [mi sa che lo compro, 'sto materasso Marcion], epico sontuoso. Yancey fortunello, tra donne diverse, che amano uguale ("per sempre, per davvero", oggi lo dicono le reclame). Spruzzano pozzi, piove nero, schizza razzismo. Morte su tutto. Scorrono dobloni, la fine giunge tra grida di giubilo. "Beh, a che serve stampare un giornale, se non ti ci puoi divertire", bella "Cima", vallo a dire ai pennivendoli 2.0. I nodi vengono. [Ve lo propongo] Governatore in una Washington bianca. Una "soluzione che stavo aspettando", apparenza, tutta menzogna. Ma...è un Mann. Sembra fatta, "Oh sono così felice" (e Dixie?). Ma è un...Mann. Palloncini amari, "questa è davvero la fine!". Yancey di ieri e di oggi, giusti e liberi (suicidi militari), vengono chiamati "egoisti" e cacciati. Le colombe son vipere cieche. Ingrate. Sole. 1914. That's Anthony, più feroce nei suoi splendidi, fugaci e mendaci, momenti di goia.
Scazzi tra il regista e il produttore. Tutto tranquillo, s'è rotto niente.
(depa)

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