Per qualche voto in più

Fernando Di Leo ormai non li tenne più. Nel 1974, Adorf passò il testimone a Silva, che tracciò sullo schermo, bazooka sberle silenziatori, la curva di un'ascesa criminale e democratica. Statale. "Il Boss". Col Ministro. Et voila le milieu.
Dalla "Cineproduzioni Daunia 70" (in stencil, ovviamente), fondata da Ermanno Curti (1930-2011), la riscrittura del romanzo del 1970 dell'irlandese Peter McCurtin (1929-1997). Vittorio Caprioli nelle sue vesti, le migliori. "Allora richiamiamo tutti i boss a Palermo, a riportar l'ordine". Sempre l'occhio sul criminoso backstage istituzionale. "Può darsi che io sia nel giro, può darsi che ci sia anche tu..." [al direttore dell'anti-mafia]. Dopo "Il massacro del Cinemino Porno", la figlia di Don Giuseppe, Rina, è stata rapita. Olèèè, inizia la fiesta! (la spignese classe 1949 Antonia Santilli, libera!). Ma, fidatevi di Lanzetta, che ha un progetto...
Non certo "più ambizioso" del primo paragrafo sull'"ambiente", anzi ne chiude il cinico, sì, e disilluso (disillusissimo fu!) diminuendo. Nei toni alti, ovattati dalla lanugine mafiosa. Non nei "bassi"; nei quali si sprofonda, ancora una volta, "in malo modo, platealmente". Ma con un Dovere in più: Responsabilità, Ordine, Difesa delle Istituzioni. Basta qualche voto in più. "E' un casino". "Ma vi aiuteremo noi". Pure Luis, Bacalov, sta più greve.
Capitolo uguale e diverso (?), tra scarni monolocali, pareti spoglie, magazzini senza musica, fiamme vive crematorie. Dal ritmo scabroso, come l'ovale di Henry Silva. Seggiola in prima sui prestigiatori Stato=Mafia. L'ingranaggio e il moto. Lanzetta è pronto; fatto il giro del meccanismo, è in cima alla ruota. "Ciao Lanze'".
Gran soggetto, ci sono proprio tutti. Perciò "CONTINUA", ché siamo noi, tanti Giovanni Gioia. Indisciplinato Di Leo; ma lui "lo sapeva fare".
(depa)

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