11 giorni con Mario Bava. 10 e mezzo, va'. Ve lo consiglio. L'autore colorrorifico (dai su...), docente anti-cattedra di Estetica della Paura, nel 1975, vide senza volere il proprio nome legato al titolo "La casa dell'esorcismo", del "suo" produttore Alfredo Leone. Il film, quindi, è "directed by Mickey Lion", che, dopo tre anni, ripossessò sia Lisa sia il diavolo.
"With Sylva Koscina, Elke Sommer [viva loro!] in..." titoli di testa in cui già stringo. "Guest Starring Alida Valli". Un certo cast. Pure Kojak, Telly Savalas. "Music by Joaquín Rodrigo, Carlo Savina" sulla sceneggiatura settembrina, in cui ricaddero anche regista e produttore. "La paura del diavolo è ancora viva" (lotta insieme a voi). Obliquo e sinistro: nelle inquadrature una minaccia (anzi, due). "La piazza, quale piazza?".
Elena posseduta, "un'altra persona", con gli "incerti del mestiere". Ironia e Paura, "sistemate nel cottage". Tra i più bizzarri dei non-Bava, più caotico, trafficato, colle automobili che passano e ripassano sui cadaveri. Le musiche accordate con gli occhi della Valli e di Lisa. L'eros represso genera mostri. Mamma iperprotettiva, figlia impotente. L'adulterio, l'incesto e la morte (e che morti). Uno spettacolo ad Demonium (vecchio marpione Max). Ed è calzante la musica western, ch'è un duello il corpo nudo della Sommer. La m.d.p. è una zanzara intrigante (qui era Mario), tra visioni d'aldilà, mi perdo, poi riprendo. Resta il più faticoso, perché non suo. Sconvolgente vieppiù. Alfredo produttore feroce, re della minestra, cavalcò l'esorcizzata. Riconosciamogli i fornelli.
Ricapitolando, ancora grazie, Simone, per il viaggione. Ora, proseguire.
(depa)
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