La parabola del Pugno

Cos'era? Il 1980. No; intendo, quando l'abbiamo visto. Ah, era il 2009, allorché, piccoli e bassi, bussammo alla Prima Porta. Fu quella di Martin Scorsese. Umile permesso alla Settima. Era nella "sala Uander" di Milano (lacrima); nella "Valéry", giusto sia Simone a ricongiungere i fili. "Toro scatenato", 1980, appunto, è la storia di Jacke La Motta, curva fulminea, rabbia e umiliazioni, gloria e disfatta. Attorno, distillato d'arte in movimento: la rude gentriness del Bronx, montata in sontuoso bianconero, da un sarto (cinematografico) unico e inconfondibile del Queens.
1940. Esercizio fisico di montaggio. Tra donne calpestate in risse furibonde o in casa, in scena monta l'Avere Rabbia. Essere un peso medio e voler essere Il Peso Massimo. Con l'ironia di cui la vita è pingue, "E chi è Beans?".
"I saw. I saw". L'ha vista. Vickie. Dama bianca del quartiere, nivea fiamma da placar col ghiaccio ("ahhh, ahhhh, ahhhh"); fuori fredda come un "all right", sbollentare per 10 minuti e asservire, sola. L'ossessiva insistenza di Jake, una comunicazione già saltata, la folle furia che demolisce avversari e vicini. La carica del Raging, minaccia tremenda nella rincorsa celata, curva d'Intercity, è quella di Scorsese. Il regista assesta gli stessi montanti, termina coi medesimi ganci. Il primo incontro con Sugar Ray, diamante vero, è incastonato tra altri colpi di Scorsese. Effetti vari, guizzante come il Toro, immagini di repertorio (momenti felici negli 8mm), rallenti essenziali, "That's entertainment!".
Un tarlo "carino", la gelosia, che non schivi, manco in lockdown, figurati sul tetto del ring. "Rispondi". Un "fottuto pazzoide" che "non si fida di nessuno" (e sa perché). Il toro in gabbia, "sono uno stupido!", "non sono così!". Splendido. L'iracondo downhill chiuso dal sipario patetico, con Ema Quarantotto smaccatamente bugiarda; per Jake Campione, macho machullato, finisce in farsa.
Dedicato a Haig Manoogian (1916-1980), prof. di Martin all'università...che altro? Ah sì, tra i migliori Robert De Niro, impressionante dentro e fuori, un Joe Pesci da incorniciare, e una colonna sonora identica alla fotografia (Michael Chapman), sontuosa. "Uva!" per il Cinema.
(depa)

1 commento: