Magnitudo Malalingua

Un anno dopo, nel 1954, Luigi Comencini realizzò l'attesissimo seguito dell'epopea popolare di "Bersagliera" e del maresciallo Carotenuto. "Pane, amore e gelosia" riprende il racconto dove lasciato, secondo tempo naturale del capitolo precedente. Stessa comicità, tra la potenza della "Lollo", la disinvoltura di De Sica e i tanti caratteri attorno... 

La "Titanus", ancora a Sagliena, nella stessa bizzarra combriccola di paesani. La Caramella di Tina Pinca, sempre a tramare nel retro. La levatrice, Donna Annarella, prego, nelle fauci della gelosia. Nelle stesse in cui precipiterà il mondatissimo carabiniere veneto. "Perché sei bella", ne capiteranno nel fantasioso e bigotto chiacchiericcio. Sequenze memorabili, come quella della classica dettatura della lettera ("donne risultanti!"), mantengono l'alto livello di comicità visto nella prima parte di questa simpatica saga. Non mancano chicche degne della grande scuola della sceneggiatura nostrana (l'abruzzese Ettore Maria Margadonna), come l'elemento di collegamento del pallone. Ma la compattezza del congegno è inferiore. L'affezione verso i protagonisti, quella che non mi ha fatto alzare alla fine del film dell'anno prima, risulta sfilacciata. Non è più un Orso d'Argento. Poco male, ché ci pensano gli interpreti a riporre nelle maschere la giusta, esilarante, sostanza. Oltre alla garantita energia di Gina Lollobrigida, ancora le irresistibili smorfie di Vittorio De Sica ("Desòlati, desòlati pure").

Cataclisma Calunnia. La "Bersagliera" disperata, tutto distrutto. Il primo lieto fine crolla sotto al terremoto delle malelingue. Ma questa volta è..."Sposata?", -"No". -"Fidanzata?", "No". -"Figli?"...

Altro buon Comencini.

(depa)