Indomito

Ieri, anzi, oggi. Sì, film a nastro. Il Cinerofum impazzito cerca il record, almeno il podio! Alle 14:40 su "RaiMovie", falcidiato dalla pubblicità, è passato il film cult "Papillon". Diretto nel 1973 dal regista statunitense Franklin Schaffner, a mio modesto, offre ben poco: un'avventura non sempre avvincente e uno sguardo atroce sulle colonie penali, il tutto mescolato con la spavalderia di Steve McQueen, qui addossatosi in pratica tutta la pellicola.

Verso l'Isola del Diavolo, Guyana Francese, una delle amicizie cinematografiche più forti: Steve "Papillon" McQueen e Dustin "Dega" Hoffman. Tutto vero, ché "Papillon" è quell'Henri Charrière che, nell'omonimo bestseller del 1969, descrisse le proprie eroiche gesta di resistente. 
Regia classica, per un racconto carcerario epico. Crudo il giusto, forse manca di quei picchi che si aspetterebbe da "un film che ha riscosso un successo di lunga durata ed è particolarmente ricercato dal pubblico degli appassionati". "Non siamo preti, siamo macchine". A parte il mitico primissimo piano sul ghigliottinato (col sangue in camera), è McQueen che lascia il segno: in prigionia dà tutto, indimenticabile a brandelli a mangiar scarafaggi e vermi. Ma non può tutto: il suo sguardo in camera ricorda un vero e proprio vicolo cieco. Contrappunti allucinanti che non mancano il colpo, tra voci distorte che sentenziamo morte. Detto che, con un Eden così, con quegli occhi e tutto il resto, un pensiero alle cayenne tropicali...quasi quasi...il film si sforza di non mollare la corda drammatica e limitare i momenti di bassa, più consoni ai momenti della commedia leggera (contrattazioni degli indigeni. il tatuaggio, la figura del fuggiasco sudamericano...). Esemplare di questo audace e non sempre riuscito equilibrio, la sequenza del coccodrillo, con la drammaticità infangata in uno slapstick dolce amaro. Attimi troncati sapientemente, con cambi di tono repentini (fatali). Ulteriore calo nel finale sconfortato, senza speranza questa volta, in balia degli eventi.
Proposta Rai mediocre, quindi, dal 'Rofum doverosamente raccolta. Peggiorata da una pubblicità che, se in genere debilita, in "Papillon" massacra, data la vitale rilevanza del ritmo. Anche perché è meglio non disturbaglielo.
(depa)

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