L'ultimo scherzo di Hitch

Ed eccoci all'ultimo di Alfred Hitchcock. L'ultimo suo film, "Complotto di famiglia", del 1976. L'ultimo inseguimento, fuga; ultimo saluto. Ritmo grandioso, immaginattori come flussi magici dalle sue dita, ironia che non scioglie la tensione: la sagoma più celebre del Cinema appare e scompare, con l'occhiolino che nasconde una lacrima. Con l'ultimo scherzo.

Bomber di razza, Hitch. Grande intro, colla seduta spiritica che condensa la pellicola, se non la filmografia del regista londinese: atmosfera, mistero, ironia. Vedo il ghigno di Sir Alfred che, nella sua ultima fatica, negli avanzatissimi anni '970, piazza una medium a dare il là..."Cristo di Dio Blanche!", fioccano le bestemmie, tempi son cambiati. Due truffatori della domenica, ad un binario apparentemente defunto, e due rapitori professionisti, 10.000$ Vs 1.000.000$, 10 a 1 diciamo. Tutto falso, pesce piccolo mangia pesce grande.
Intreccio d'intrecci, riflessi d'apparenze accecanti lungo tutto il film. Attori statunitensi che sono diventano chissenefrega fantastici: Karen Black, Bruce Dern, Barbara Harris e William Devane (cresciuto a teatro). Negli extra del DVD si scoprono alcune differenze col romanzo omonimo di Victor Canning (1972): più ironico, meno "dark" il film, dove nel romanzo la sensitiva "vera"; poi West Coast (not England); quindi la volontà del regista di creare un'ambientazione anonima, senza riferimenti alla California del Nord. 
Re delle riprese sinistre, eterno giullare di quel re, è uno spasso seguire la sua "accurata immaginazione". Tornato Ernest Lehman alla scenaggiatura, un po' si sente, come ritornano i piedi in faccia, stavolta quasi morti, in sequenze esemplari dell'arte hitchcockiana: tensione e humor, thrilling e commedia. Intreccio sbarazzino, col sequestro del vescovo che "per caso" vede presenti tutti i protagonisti; dove avrebbero potuto portare alla vecchia un ereditiere qualunque; quando, scoperta l'identità di Arthur, avrebbero potuto limitarsi a comunicarla (dati i rischi già corsi). Ma questa è una folle corsa chiamata Cinema. E non avrebbe senso fermarsi, no. Nemmeno dopo un cameo d'ombra, silhouette nera premonitrice. Manco col pacemaker.
(depa)

1 commento:

  1. Ueila’ Cinerofum! Che super film! Depa, non ho ancora risolto il problema del vicino rumoroso che non mi fa riposare bene, ma abbioccarsi davanti ad un film cosi’ e’ impossibile, dai.. Suspence, intrecci narrativi, inseguimenti, irona e tutto quello che hai detto te, ad un ritmo eccezionale.
    Poi ohu, e’ ovvio... se non andasse da sola a cercarlo a casa, non sarebbe un Hitchcock!? E che bello anche l’ultimo scherzo e l’ultima immagine della sua incredibile carriera!
    Ho in mente tanti registi (ma anche artisti in generale) che potremmo chiamare “maestro” a ragion veduta, ma che con la vecchiaia sono comprensibilmente un po’ calati in creativita’, pochissimi sono invece quelli che non hanno mai smesso di crescere e ora so che Hitchckock fa parte di questo piccolo gruppo di geni.

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