Rizz'ammoscia

Altro autore che non molliamo è Paul Thomas Anderson. Ormai penultime generazioni: pagina 628 della Bibbia, classe '70 a sinistra di Nolan. "Erede riconosciuto dello stile di Altman", cast corali e m.d.p. acrobatica, il californiano al secondo lungometraggio, "Boogie nights", del 1997, si posizionò saldamente sulla sua cifra: raccontare, con sfoggio di obiettivi e lenti, di un lavapiatti con un dono grosso, ma grosso, grosso, è l'occasione per riaffrescare i ricordi.
"NewLine" accoglie con note circensi: se ne vedranno di ogni. Ma verrà la disco dance su cui il regista potrà esibirsi coi suoi irrinunciabili virtuosismi. Fernando Valley, 1977, terra natale del regista pullulante di cinema. Il portoricano Maurice di Luis Guzmán ha un locale, mentre il sofisticato Jack di Burt Reynolds è un regista, "di film per adulti (roba artistica)", "che risucchia nello schermo". Un "onesto e drammatico" porno!
Infanzia difficile, tra genitori repressi ("Non essere cattiva!"), il credente Mark Wahlberg, coetaneo del regista, troverà la fuga anche per il suo Eddie. "I believe in miracles" della natura, a 17 anni già "Dirk Digger"!
Tra comunicazioni e affetti mancati, da eiaculare in qualche modo ("sì, grazie"), Eddie calci volanti sa "far quello che si deve". Polaroid, jacuzzi e "darsi il cinque", sino al delirio. "Il cazzo è mio! Quindi si scopa ora!". Marmellata da imbibinamento. Violenza stringe il sesso con entrambe le mani. Campane a morto per un mondo in pellicola pestato a sangue dall'Home Video. "Long way down (One last Thing)". Ormai una farsa, da micette impazzite, tra i petardi di Cosmo!
Per quanto sfavillante, non il migliore di Anderson, che già al successivo film mostrerà di reggere meglio i crescendo caotici, qui decrescendo piuttosto sfilacciato, sfuggito di mano, tra tristi abbracci riabilitanti e conclusioni affrettate.
(depa)

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