Superesse

Il mese scorso per le sale era l'ultimo di film di Robert Guédiguian. Il regista marsigliese del '68 sprecato, si conferma maestro nell'allestire storie che sollevino cuore e quesiti. Da una tragedia, la forza necessaria e giusta messa in atto da oppressi e sfruttati. Ironico, delicato, profondo, "E la festa continua!" può emozionare da pelle d'oca, coi silenzi di Ariane Ascaride e le parole di Charles Aznavour. Solida scuola francese.
Ore 9 del 5 novembre 2018. Un improvviso fracasso, panico tra i passanti nel centro di Marsiglia. 8 morti. "Odio, sdegno, rabbia". "Lutto". Lutte? Omero, poeta cieco, impolverato nella piazza omonima e Rosa, come la Luxemburg, per un mondo di cinciallegre. Sentirsi in colpa per un rifiuto. Guediguian, si sa, oltre a essere buon directeur, ci crede: ecologisti vs Capitalismo, tra passioni e dolori. Fan rima con ascensori (ma l'ecologia? Bus? Bicicletta?). Seulemente que la soluzione non è una retorica più altisonante ed enfatica. Anche Rosa "Bonne-Heure" lo stava per capire, ma l'ingenua speranza democratica di Guediguian e dei suoi militanti non muore.
Al di là delle differenti prospettive, sullo schermo la consolidata tradizione cinematografica francese. Scrittura, recitazione, allestimento, le emozioni irrompono con naturalezza. La parola rimessa sul trono che le compete. Si assiste alla rialzata di "Place 5 novembre 2018", si sopportano i volitivi e ingenui discórsci della Sede di partito: la speranza di Guediguian è trascinante come una canzone di Aznavour au bout de la terre! Praticamente perfetto, fa svilire i filmetti nostrani con gli occhioni strabici rivolti verso soli mai sorti.
(depa)

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