Il mese scorso, al "Grimaldello" di via della Maddalena, una "piccola rassegna cinematografica" sulla "GUERRA: chi la vuole, chi la fa, chi la subisce". Perso il primo appuntamento, non mi sono lasciato sfuggire il seguente con Clint Eastwood e il suo cinema d'eroismi, conditi da elementari, e tardive, riflessioni. "American Sniper", del 2014, è il titolo che celebra il cecchino americano, soldato premuroso con qualche inevitabile turba. Merda.
Storia di un cecchino americano. Clint Eastwood non poté lasciarsi sfuggire un soggetto di questo tipo. Il connubio tra eroismo e ravvedimento impersonificato dal maggiore, "Leggenda" dei "Seals" dell'esercito imperiale statunitense permette al regista californiano di procedere nel suo deterministico racconto di guardie e ladri. Può fare il "Dem", ma Clint secerne security da ogni poro. Cosa rimane di questa rigorosa ricostruzione di guerra, sotto forma di occupazione militare. Nulla, quello con cui si riempie la testa Clint, poveretto, completely assuefatto dall'assassina retorica stellestrisce. Ancora una volta gli americani insegnano che è bene allenarsi sui videogiochi da loro prodotti, non si sa mai. Ma davvero una persona seria deve finire in Iraq per scoprire di essere al servizio d'una schiera di pazzoidi dimentichi d'umanità? E se poi ne scrive...diventa saggia e giusta? Nomination, nomination, e montati 'sto sonoro.
(depa)
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