BEI PADRI

Infine scoprimmo anche noi in Michael Haneke un narratore critico formidabile. La sua quarta pellicola passante per il 'Rofum rivela una gustosa varietà di ambientazioni e impostazioni. I capisaldi tematici, certi: senso di colpa, colpevolezza. Responsabilità. Tra le gerarchie del patriarcato scientifico, le comunità non sono più capaci. 
Titoli minuscoli, come apparentemente i misteri e le strane vicende cui fa cenno la voce narrante...E' il medico del villaggio che parla! Bianco e nero, femmina e maschio, pace e guerra. Una monellata. Ci vuole un nastro bianco purificatore, disciplina! E turna col senso di colpa...Morti sul lavoro! Povera Eva...Le vergate tra gli "elementi che possono spiegare gli eventi". Festa! Orrore e sgomento. "Pagare o niente cavoli", vecchie tradizioni andate punite. La protezione dei baroni! (il possidente, anche se disprezzato, è l'autorità). Bugie, occhiaie, pistole. Parole di padre (per due seghe). Sesso aperitivo con la governante, poi gettata come guscio di pistacchio ("Quand'è che muori?"). Il dottore...ha parlato Delon, belin!
E' la scienza che disprezza. Bianca innocenza contro il peccato...e via così. Ma crudeltà chiama crudeltà: ecco il sangue del Nuovo Testamento. Senso di colpa, le grandi conseguenze dei nostri piccoli gesti in un inquietante domino civilizzatore, disumanizzante. La professionalità dell'autorità giudiziaria. "Malignità, invidia, stupidità. Brutalità". "Hai fatto l'amore con lui?". Il pastore è permaloso e reagisce da bestia ferita. Capri espiatori piglia tutto e Guerre Mondiali. Avanti così.
(depa)

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