Fratelli Morenti

Se c'è una cosa che ci è dolce, è naufragare in questo cinema. Per Denis Lavant! Per Leos Carax! (cantavano quei due verso l'"America"!). Per rivedere il primo, per conoscere il secondo. Grazie ai ragazzx del "Cortocircuito", all'interno della rassegna "InCorpoRea", abbiamo potuto coprirci del surrealismo materico, folle di dolore, di "Holy motors". Scritto e diretto nel 2012 dal regista parigino Carax (1960).
La giovane curatrice anticipa: "Dinamico, criptico, un po' misterioso". Il cast sicuramente, sentite qui: Denis Lavant (ohé!), Kylie Minogue (!), Michel Piccoli ed Eva Mendes (gulp)...Trasformabili, quindi-chissà-perché, trasformati. Stereotipati perpetuatori di leggende ("Visit my site!"). "Beauty!" Eva Mendez, nuove madonne in anfratti lachapelliani (caravaggiata, osserva Elena). Elemosinare, motion capture marziali, freaking Lavant sigaretta perenne. Gli Sparks lo riaccompagnano a quale casa di chi. Povera Angela, poco disinvolta. "Troix, douze, merd!" Musical dell'anima persa. Se un fratello muore (Théo)...è un'opportunità. Come tracce nei corpi di altri. Di altri fratelli morenti. Molto corporeo, di lavoro di muore. E senza alcuna telecamera! Famelici di gesti, azioni, entract! Passamontagna al Café, perché no? Ma è solo "confusione", mica si muore. A caccia di emozioni, meglio se surrogate. Altri appuntamenti, altre maschere. "Molti vivono o muoiono". "Altri resistono". Skecth di vita non vissuta che rappresentano anche un carrellata di cinema. Viaggio al termine della mezzanotte, condotti dall'ex ballerina Celìne, sulla limousine di Mary Popper.
Molto dolore, che fatica revivre. "Né motore, né azione. Amen".
(depa)


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