Quarzi di sterminio

Il Cinerofum ricorda proposte e suggerimenti. Perciò, quando abbiam letto "La memoria dell'acqua", di Patricio Guzmán, al "Sivori", è stato automatico. Andare al cinema. Buona idea, ché la nostalgica poesia cosmica del regista di Santiago del Cile, classe 1941, è un toccasana per concezioni e ritmi differenti.
L'acqua conserva il ricordo della vita di ieri, della morte di oggi.
"Fil rouge" e "Unipol"...questi sono i tempi. Ma Guzman, invece, ben individua il collegamento indissolubile tra l'acqua, le stelle e...il dominio colonialista e le moderne democrature. "Siamo tutti ruscelli della stessa acqua" (Raoul Zurita, che ritroveremo nel film). Atacama: quarzo di 30.000 anni fa, con dentro "una goccia d'acqua". La Patagonia vista dall'alto (tecnologia), "un arcipelago di pioggia, senza tempo". "Quando l'acqua (intermediario tra terra e stelle) si muove, il cosmo interviene". Fragilità blu di un pianeta al crollo. Tra fierezze e gioie, schiere antropologiche museificate. Sinceramente autobiografico, col suo "primo desaparecido", amico in mare. Mitologie, tra Orion e la Cruz del Sur. 1883. Morte. Fine. Genocidio civile, per mano dei coloni cileni.
Un regista che osa pensare cose irrealistiche. "No, [la parola] Dio non ce l'abbiamo". "No, polizia...nemmeno". Kawésqar! Jemmy Button, fine '700. "Le mappe che aprono le porte al coloni" (la dominazione intrinseca nella cartografia) e alle "restrizioni" civilizzatrici. Al campo di concentramento dell'isola di Dawson. Marta Ugarte. L'"Exercito de Chile": almeno 1300 medaglie all'onore. La sacralità del cadavere dei cari, ritualità pacificatrice e rinunciataria.
"Un'unica storia di sterminio". Come Gaza e palestinesi stanno gridando.
(depa)

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