Forse falso?

Mesi fa, ormai, ci indirizzammo con piccolo gruppetto verso un film dalla Mongolia, per la prima volta giunta a "Cannes". Buona scelta, che l'esordio della regista di Ulan Bator, Pürėvdaš Zolžargal, classe 1990, mostra tecnica e sensibilità promettenti: "Se solo fossi un orso", (t.o. "If I only could hibernate", 2023).
Catapultati nella periferia dell'osannata Civiltà. A prendere l'alluce della zia da mettere in bocca al figlio con l'infezione. Lo stagno è ghiacciato, il rospo pattina. Il sano terrore della madre dinanzi a monitor, tastiere, led ("Il futuro vi appartiene!"). Spiegalo agli illuminati progressisti che il sistema scolastico/universitario ha successo solo in quanto via di fuga. Necessità indotte, scuola o lavoro, l'obiettivo è sempre il denaro, per sfamarsi, per lo studio: e il giro riprende. Il genietto della fisica Uzii in città con gli zii: ancora al centro del conflitto campagna-città e di quello generazionale (strettamente legati). Fotografia esatta in un buon filmetto, comunque elementare. Abbarbicata sulle nebbie, "è soltanto la verità" (che sono finiti in miseria), dice la sorella che ha imparato dal fratello a non mollare. Ecco una definizione di "assistenzialismo": offrire filtri elettrici (green sostenibili!) per stufe a carbone, quando mancano carbone e...corrente. Tragedia trainspottiniana ma senza abusi, se non quello sociale.
(depa)

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