A rimuovere ogni dubbio sulla traiettoria artistica di Brian De Palma, nel 2000, ci pensò lui stesso. In "Missione su Marte" ogni velleità insegue sensibilità ormai svanite. Risultato: una storia inutile, goffa, con gli interpreti, di conseguenza, per nulla ispirati. La critica cinematografica Elena, in sala Negri, chiosa con eleganza: "Ciofeca".
9 giugno 2020. Coerentemente, il regista si vede perso nei suoi piani sequenza, tra vuoti dialoghi di scienziati e militari. Luglio 2021. Cydonia, Marte. Acqua: colonizzazione umana permanente (ma sorridente). Ma c'è un ritardo di 20 minuti, un'interferenza...Abbandonare l'astronave! Tenerezza Brian: anche lui, ancora, con la bandiera rossa e blu issata...Un pianeta che ha un Volto e una voce (proprio non ce la facciamo...). "Non è una firma, ma un TEST!", ziofa. Finire in un buco bianco, in un'enorme faccia pressurizzata (dove c'è un museo, con installazione). Marte era un'altra terra, con plectri dorati (poi c'è un alieno). Chi salutava famiglia e impero americano, ora è evoluzionista strambo. Ciao. "Divertiti Jim", almeno tu..."ma contiene una scesa spettacolare: la sequenza dei meteoriti è suggestiva quanto quella della scalinata degli untouchables...". Sarà. Ma, in effetti, la "scesa" era già iniziata...
(depa)
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