Cucina ciminese

Al "Sivori", questo mese, dal "DIRAAS" (?) dell'Università di Genova è stata organizzata la rassegna "Dal Noir al Neo-Noir". Tutti visti, tranne il terzo appuntamento: "L'anno del dragone", 1985, fu il quarto lungometraggio di Michael Cimino (1939-2016). Dal romanzo omonimo dello scrittore ex sbirro newyorkese, classe 1930, Robert Daley, uno sfoggio di stile timoroso, ancorché truce. Dopo l'impatto contro l'ingresso del paradiso, sembrava bastare un'atmosfera ben impiantata. Pareva, appunto.
La consueta introduzione, di un nuovo allievo: "Film eccentrico di un regista sventurato, con un attore ugualmente sfortunato...Scritto assieme a Oliver Stone...Pellicola neo noir, revival moderno del genere classico, col detective duro, in lotta solitaria contro il mondo, in ambienti urbani, e e una femme fatale...Pur del periodo della metà degli anni '80, esula dal neo-noir puro: rimane più fedele ai vecchi canoni...Temi ciminiani che ritornano: Vietnam, meltin' pot e i virtuosismi della m.d.p.".
Grosso Guaio davvero, quando nuove generazioni chiedono spazio con coltelli e pistole (Lakie Won è morto!). Un'atmosfera di stoffa si presta. Lo Stanley White di Mickey Rourke è un "nuovo poliziotto che alza molta polvere". Diavolo bianco stanco,  subisce come noi il fascino (sesso) delle orientali. Teste sparate, bucate, decapitate. Dietro a quest'esplosione di violenza, "migliaia di anni di civiltà". Malinconico, dopo 2 ore, anch'io non sono in formissima...
(depa)

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