Voce di rabbia

Dedico la chiusura dei cinema a tutti coloro che non fanno bene al cinema. Dalla cassiera del "Corallo" all'AGIS Lombardia. Dai Cineplex, alle pay-tv. A tutti quelli per cui chi entra in un cinema è un cliente e non un innamorato. Il Cinema non ha bisogno di voi. Ci si arrangia (vedete, i soldi li trovano). Ad esempio, si può finire a vedere "Rodney King", del 2017, di Spike Lee. Monologo di denuncia, con tutto il pathos che può entrare in un'ingiustizia.
3 marzo 1991. Ero piculìn'. Nessun ricordo se non una sequenza d'immagini che da quel giorno ritroverò, monito sempre più scarico, lungo il percorso. Heavy Rotation raccapricciante. Video virale nello stomaco, ormai espletato. Vaffanculo Rodney King. Caspita, Rodney.
Dodici anni dopo, Spike Lee torna a riprendere un monologo dell'attore californiano classe 1955, Roger Guenver, autore del soggetto. Spettacolo teatrale toccante sugli attimi, distorti disperati, di Glen King precedenti e successivi al pestaggio. Forse una carica eccessiva, la solita di Lee? Non che non la vendetta non debba essere gridata. Ma perché questi svolazzi di cui la memoria di un nero aggredito (ucciso?) dalla polizia di stato?
Dopo 13 giorni dal pestaggio, Latasha Harlins, uccisa a 15 anni per un jugo de naranja da 1,79$ (pene irrisorie al commerciante coreano). Gallery of 1992 L.A. Riots (4-29 / 5-4). Perché quella sentenza rende onore al repubblica federale statunitense. Quindi Edward Song Lee, 19enne coreano ucciso tra coreani. Uprising. Juan Salgado latino di 20 anni trovato dopo settimane in un negozio incendiato. Rabbia metropolitana. Le Pachucas Riots del 1948 (June 3-8). Morti e lotte da rispolverare. Un algerino che sfugge alla guerra per diventar guardia giurata: promessa mantenuta, da un collega. Altre voci svanite. Giovedì sera con Cosby (con cui, però, se magna sempre bbene, Roger?).
"I can breath". Tre anni fa. Tre anni prima.
Tutto andrà bene.
Ed ho lo sguardo incazzato.
(depa)

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