Michael dice stop

Il regista romano Michele Lupo, cui il Cinerofum ormai vuole un bene diabolico, ieri pomeriggio è ripassato in sala Valéry. L'ha fatto portandosi dietro, oltre al suo Giuliano Gemma, un western vendicativo, racconto di prevaricazione diffusa, cui il protagonista oppone tutta la propria rabbia. "California", del 1977.
Gran titoli di testa, con la meravigliosa colonna sonora (il vicentino Gianni Ferrio, 1924-2013) che ci terrà compagnia per tutta la pellicola, tra melody avvolgenti e reef caricanti. Coi fratelli Bosé,  Miguel ventunenne e la madrilena Paola Dominguín e il già citato Gemma dai pugnazzi temibili e il cuore grande. Soldati e cacciatori di taglia, stessa sbirraglia, dura per chi, adesso, vorrebbe solo "divertirsi un po'". California attraversa libero una landa di cadaveri. E cacciatori. Coppia improvvisata già affiatata, Willy & Michael, che poi è California, che un passato ce l'ha. Coi momenti drammatici, plateali, sorprendentemente incastonati, magicamente adatti, nell'aria di prevaricazione e miseria tutt'attorno. Delicatezza di Lupo, che non appiccica. Se se se...facessero oggi film di questo taglio, che melassa in vetrina! Sceneggiatura robusta, con belle sequenze tra le quali l'attacco al carro di Sudisti, a ripiombare il nostro agli inferi. Forse, mi sto solo ammosciando dinanzi al cinema...
In ultimo, uno sguardo sulla storia dei cacciatori di teste alle calcagna degli sconfitti post Guerra Civile Americana.
Al di là dei fini narrativi, non è chiaro perché il buon California abbia deciso di sacrificare qualche messicano e ora di riposo della sua cenerentola, non recandosi subito al nascondiglio del cattivone (il sergente di "Bulldozer", dello stesso regista, l'amburghese Raimund Harms, suicidato di Parkinson nel 1998, nemmeno cinquantenne), ma è stato bellissimo prolungare questo viaggio con California, buono giusto disgustato.
(depa)

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