Ronaldinho stanco

Gli "Spaghetti" imperversano. Oltre a essere un must nei miei pranzi casalinghi (nel senso che ho poche alternative culinarie), lo sono diventati nei pomeriggi "valeryani" (alternative televisive). Ieri, per esempio, è ritornato Frank Kramer. Colla sua creatura, Sabata (da pronunciare Zapataaa), eroe ingegnoso e spregiudicato. "E' tornato Sabata...hai chiuso un'altra volta!" (1971), poiché è scattante, di forza giusta ed "economa" (...), finché la molla, di questo secondo capitolo della fiorente e variegata saga, è carica.
Incipit apparentemente a sé, con la rappresentazione teatrale della mortale "Incredible Machine" nelle dita del Nostro (le croci sono "+" sul registro). Parrebbe che il "personaggio immaginario del western all'italiana", figlio del romanissimo Gianfranco "Kramer" Parolini, se la stia passando male, alle prese con salve e pomodori. In realtà è più in forma che mai (Lee Van Cleef, signori). Sta solo preparando. Zero tituli, ché presto s'fa sul serio.
Il maggiore Sabata sguarda i nordisti, quindi ecco i saltimbanchi! Ignazio Spalla (Termini Imerese 1924, Costacciaro 2005), perfetto nomen omen, aiutato a sua volta da due acrobati che moltiplicheranno gli escamotage. Un film dall'andamento tutto suo ("e perché, gli altri?"), caciara italomessicana senza lesinare in digressioni, scarti, cosce e palpate di tette. Toni goliardici, l'estremità più frivola e scotta dello spaghetto. Van Cleef gongola, a più riprese, soddisfatto di sé. Gli avversari osano sfidarlo sul suo campo. La calamita, ragazzi, la calamita...
Lontano da ogni epica ("Non si tratta di un dito...ehhh"), tra l'ampio parentado, più o meno legittimo, è forse il Sabata che mi ha annoiato di più (pure il protagonista appoggia il mento al gomito). Col massimo rispetto, Ciccio-Franco non avrebbe sfigurato.
Non è che Sabata non voglia versare i contributi, è che...Il piano McIntock rende buoni sigari ai tanti servi (non solo dalla testa rossa). "Chi sei tu?". "Uno che non bleffa". E vai di fichetto...piùùù! Sabata Ronaldinho del Far West
Svelato l'arcano: un giro di soldi falsi. Pellicola che è un charleston, con fugaci sonate sui sentimenti dell'algido pistolero (sapientemente non risentono del clima scanzonato). Finale ineccepibile, bisogna arrivarci, però.
(depa)

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