Pafiglio Tognazzi

A luglio, in una "Valéry" calda e vuota, vidi pure "Arrivederci e grazie", ultimo film di Giorgio Capitani (1927-2017), regista che verrà ricordato per i marescialli Rocca. Proprio bruttino. Questa pellicola del 1988 trasuda il lato più kitsch di quegli anni. Pellicola a conduzione familiare, "supercult" per chissà chi? Per me, soltanto l'occasione per rincontrare due grandi amici della "Settima".
"Medusa distribuzioni" e buonanotte. Scritto da Simona Izzo, moglie del Tognazzi figlio, qui presente assieme al padre, è una commedia leggera sull'incomunicabilità, di coppia e genitoriale. Sul tempo gettato al vento...
Due ore perse, a meno della scoperta di un altro buon Ugo Tognazzi, fuori luogo in mezzo a tanta disfatta attoriale. C'è pure Anouk Aimée che ce la mette tutta...Addio e sogni d'oro ("Sei nervoso?!"). Dura digerire Ricky Tognazzi e la sua "arte". Mediocre, aspetto che il film decolli, e sono ancora lì. La scena della partoriente... 
Un taglio che vorrebbe essere spontaneo, sincero, naturale ("Non lo dire, non dire quella parola!"), quello che ha reso il Senior di Cremona eterno, che ha decretato il fallimento dello Junior milanese. Ma è bassissima marea.
"Capolavoro", quindi, dal produttore esecutivo romano Massimo Ferrero, allora trentaseienne. Complimenti per i Com. Plimenti.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento