Meticcio W

Altro buon western italo-spagnolo. Sì, anche "I tre del Colorado", del 1965, si inserisce tra le piccole grandi co-produzioni che scrissero così tanti capitoli del genere imported più tipico. Regista di La Coruña, Amando de Ossorio (1918-2001, prima), si presenta da abile mestierante, tra colleghi uguali.
"PEA e CoperFilm" uniti, sulle note di Carlo Savina, a presentar il robusto intreccio dello stesso autore galiziano. Alla fotografia Fulvio Testi, trecento anni dopo. Hanno arrestato Charles. Un fratello fucilato "Non possiamo impedirlo, Victor!". Quindi un western di Verità e Giustizia. Col barcellonese George Martin (Francisco Celeiro), la pescarese Giulia Rubini (1935), il romano Ralph Badlwyn (vai Raf!) e...altri. Meticci del Colorado, maneggiano ogni arma tra USA e Canada.. "La nostra lingua, la nostra legge, la nostra religione". [belli che imbrigliati] "Per un ideale, per un Canada libero da oppressori!" [che non siano loro stessi] "Coi fatti la lealtà delle intenzioni". [me la segno] Anche se è facile essere guerrigliero, con una Clelia così (statuaria Pamela Tudor): "non vedremo quel giorno, ma sono orgogliosa di passare le mie ore con te").
Victor carceriere lasco, beato tra donne (sciupatutte bionde more (Diana Lorys)), scoprirà che la vendetta non è un barbecue di gala. Carica alla baionetta sui ribelli col revolver, un massacro che esalta il lavoro a quattro mani d'un Alabiso capitolino (Enzo?) e Antonio Gimeno ispanico. "Excuse moi, Mister". Che donne, che western, son cotto, bellissimi.
(depa)

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