Prima Kim

A cinque mesi dalla sua Morte, nemmanco sessantenne, il Cinerofum riabbraccia Kim Ki-Duk. In sala "Valéry", abbiamo passato la serata col film d'esordio del regista sudcoreano (come gli è piaciuta sta cosa!); ridendo, piangendo, tremando con la firma che ci galvanizzò. E' stato stupendo trovare nel suo primo, lesto ad esplodere, tutto il resto. "Coccodrillo", 1996.
Quanti hanno cominciato così? 
"Ha visto qualcuno suicidarsi stamattina?". Guardate le carrellate pennellate da Kim. Coccodrillo è il Disprezzo in persona, istintivo, per tutto. Il suo habitat sono gli angoli magici degli ultimi, i cantoni tipici del regista, la sua poesia bruta, i versi scheggiati degli scarti della metropoli (sublimi rifiuti della Società). Ang Byal dolce bambino, allora, è il Disgusto (con maestri così). Strada di Vita, mentre una "puttana" santa reagisce, non-resiste, sfiora il cuore, che non c'è.
Scenografia indimenticabile, introdotto da una panoramica che racchiude molta della commovente urtante arte di Kim K-Duk. Già dallo schizzo originario, il suo cinema: la tartaruga blu è il primo, storico, dei meravigliosi vezzi del visionario intimista autore.
Le vendette della città, vita morte in perfetto sodalizio; violenza amore, sotto i ponti di Seul; il sangue nel bicchiere del distributore e lo schianto della macchina telecomandata. Una già splendida storia d'amore senza ossigeno. Per ora, è in rete la prima preziosa novella, intreccio-tocco, del poeta con la camera.
Ciao Ki-Duk; ci mancherai, anzi, mancavi già.
(depa)

2 commenti:

  1. Noooooo!!! E' morto Kim!!?!! (E di cosa poi..).
    Il regista che piu' di tutti mi ha fatto apprezzare la settima arte in quanto tale. Grazie a opere come L'arco, Soffio, L'isola e altre ancora ho capito che un film puo' trasmettere grandi emozioni e non solo intrattenere. R.I.P.

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  2. Eh si', era gia' lui negli ambienti fantasiosi, nei personaggi estremi e in una trama agghiacciante. Come sempre quando si guarda un suo film, si soffre, ci si impressiona, ci puo' scappare persino una risatina, ma in fine soprattutto ci si commuove grazie al suo caratteristico romanticismo scuro e impuro e forse proprio per questo, molto molto toccante.

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