Va bene così. Duccio Tessari alla regia della scrittura di Ennio Flaiano, chi lo sa?, promisero di più. Resta "Vivi o preferibilmente morti", un western del 1969, manesco e caciarone, dove il regista e sceneggiatore genovese sfoderò tutto il suo Giuliano Gemma. Una fraterna amicizia che travalica le eredità, da pomeriggio senza impegni.
Scritto con Giorgio Salvioni, parla di Gemma baro gentiluomo, croce e delizia dei ricchi MacHintosh, troverà pane, companatico, avventura e pericolo. Le musiche di Gianni Ferrio, sulla fotografia di Manuel Rojas ("Eastmancolor"), per una "Coproduzione italo-spagnola" dove "ogni riferimento è puramente casuale". Senza dubbio, banchieri esclusi.
C'è vita a Peak, non c'è che bighellonare. Capita l'antifona, accettiamo l'andar a spasso per il Far west proposto dagli autori, tra Salvation Army Band, banditi imbufaliti, sfide gioco e rapine "si fa per dire". Western pirotecnico (tutto materiale controllato e sicuro), con un rapimento finito strano ("male" impossibile, con l'allora diciottenne showgirl statunitense, Sydne Rome, oggi airbag in faccia, presa benissimo al fiume).
Pugnace di pugni e spericolato assicurato, con tutti i mezzi di locomozione in rassegna; i primi "cinema", già fonte d'ispirazione; un film scanzonato, molto.
(depa)
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