Boschi fucilati

C'è ancora un bel po' di Trieste Film Festival. Attraversiamo veloci "Al crepuscolo" (t.o. "Sutemose"), pellicola lituana del 2020 rigorosa e dolorosa, come altre dieci già viste, sulle Resistenze di quella terra fucilata. Il regista nazionale Šarūnas Bartas, classe 1964, dipinge un cupo grigioverde, il senso d'oppressione che non ti molla un secondo. Piacevole.
Lituania 1948. Un ragazzino dalle "osservazioni intelligenti", in una valle senza senso. Un villaggio nel tritacarne, altro che liberazioni. Tra "gli sterminatori", stralunati in non-tempo di guerra. Intensa angoscia, con l'occupazione assordante che annichilisce. Flemmatico angustiato, il nostro, "tra cespugli e arbusti". Vite sospese, "da qualche parte in guerra". Un giovane colbacco dagli occhi grandi scruta incredulo la guerra. Per il suo Unte, il poeta Marius Povilas Elijas Martinenko, ventottenne di Vilnius (idolo delle ragazze), serra le labbra: ci mette tutto lo sgomento. La pandemia militare nei più nascosti e dimenticati anfratti (terrore). Fugaci teologie, per sempiterne illusioni. Cuori pesanti in terra avvelenata, morta.
Prezioso quanto pesante oro massiccio, provate a mandarlo giù.
(depa)

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