Lungo i metraggi dell'ultimo Trieste Film Festival, Elena ed io, ne abbiamo "scovato" un altro apprezzabile. "Sull'amore, su come è difficile dire ad una ragazza che ti piace", introduce il regista serbo, classe 1988, Marko Đorđević. Dalla sua città, dalla sua stanza: "molto importante per il film" (...). "Le mie risate mattutine" (2019) è il suo lavoro primo...speriamo non l'£buuu!Ammazzati!! [fischi scontatezza]
Là dove si sentono i cani, Dejan è in frantumi come la sua porta a vetro. I tarocchi da fondo di caffé, imbarazzanti monologhi, paurosamente sovrapponibili a molta psichiatria, esigono altro silenzio. A complicare tutto. Trentenne con parecchi problemi. Ce ne sono tanti, ce ne sono Stati (interi). Nel nulla, anche la spinta più idiota può scuotere. Ad ogni modo, non solo svezzamenti erotici. Quelli messi in scena dal giovane regista serbo, tra tenerezza ed ironia, sono frammenti d'umanità logorata.
Lo schema è quello che, ormai è chiaro, spopola al TFF: inquadrature fisse e tempi e silenzi lunghi. Interpretazioni notevoli (Filip Đurić classe 1986), prove casalingoidi genuine ed efficaci. La mamma, la ragazza, lo stregone (attori). I desolanti comportamenti stagni cui l'uomo s'è abituato: la saggia e premurosa madre reagirà con terrore ai supposti "strusciamenti" tra figlio e collega/coinquilina. Qualche insistenza (sesso al buio), come ovunque, non fa più notizia. Ma va bene. Hanno coraggio i giovani registi dell'Est. E braccio fermo.
(depa)
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