Il bello dello scambio. A volte c'è bisogno di un là (dove?). Non si spiegherebbe il ritardo del 'Rofum nell'imbastire un incontro col regista iraniano Abbas Kiarostami (1940-2016). L'autore autodidatta, che colpì la critica internazionale con la sua poetica, ricca ed essenziale, nel 2002 realizzò quel film in automobile che diverrà pratica obbligata nel regime più antico del mondo. "Dieci" è ode alla donna, alla libertà. Violate. Ode al Cinema.
"MK2 Films"..."Eh già, la vita è strana...". Anzi è una merda se il patriarcato in decomposizione esala veleni più mefitici. Cola sugli individui. Un bimbo non è. Ha ragione, ha torto, grida! T'innamori di Panahi poi scopri che ha un "padre" ancora più affettuoso.
Un bambino, Amir, che recita come una star. In macchina si parla, tace, aspetta, commenta, impreca. Persona. Storytelling fai da te che ricorda ancora una volta, quale sia l'espressione in potenza di questo, il "nostro", Mezzo. Il racconto vien da sé. La materia sono i nostri (i loro) giorni. Non crediate la scarna impostazione impedisca al raffinato regista di cesellare bellezze "inaspettate", come la Bianca Signora ("la psicologa", secondo Kiarostami) al volante, tra bui e neon. Splendido vezzo notturno.
Legami, che è meglio abbandonare. Fuori l'aria irrespirabile, un po' d'ossigeno in automobile. La disfatta dell'umano. Essere se stessa. Imparare a lasciare. Dieci sketch uniti dal sentire d'una madre ai tempi dei padri. Han tutti ragione, tranne Lei). Manco un bacetto. Non riuscire ad ammettere. Migliorare piano piano.
Profondo, umano, provocatorio (pazzariello). Angosciato (chissà da che). Kiarostami solcò il cinema, balziamo giù e lo seguiamo.
Grazie a Simone da Milano (bbrr) per il là (in cucina) e a Marigrade per il qui (nella "Valéry").
(depa)
tx per la dedica
RispondiEliminada unire a "il sapore della ciliegia" rigorosamente in iraniano senza sottotitoli-
poesia in immagini