Capperi Buoni

Chiacchierando con Bava, nella "Valéry", il regista ligure mi ha raccomandato un suo collega romano, Lucio Fulci (1927-1996). Quindi m'incammino, dall'esordio del regista romano. "I ladri", del 1959, è una commedia da consueti ignoti, "capperi" movie nostrani. Totò spumeggiante e una banda senza alcuna speranza. L'atmosfera è quella criminalfumosa di Fred Buscaglione, bianco e nero e ritmo altro sono merito del poliedrico prolifico regista. Inutile dirlo, proseguiremo con gusto.
Inizia con lo stile mala tipico del cantante torinese. "Joe!". "Anonima assassini", della 45a, mica "cretini" (si vedrà...). Entra in scena il Principe è fioccano mitiche battute. "E che hoola. E che hop!" Ahah, "metta a verbale". Per nulla "particina", la prova dell'estro partenopeo è perfettamente inserita nell'azione corale (passi "abbasso lo guardie", ma il Napoli...). Lì sta la forza, altrimenti sarebbe uno degli inflazionati "Totò" (stessa scansata di Monicelli). "Q.d.N." (merda). Oehhh! "Benedico", ohè! "Come lo chiamiamo? Niente, 'capello' ". Debordante. "Sucare". "Ah, c'è anche Caputo...". [ecco chi ispira il buffo e regionale De Luca).
Una batteria da cambiare. Uno, se non è cretino, certo non è "né lavoratore, né marito, né ladro". L'altro dorme. Il trio si chiude col mitico "Generale": "Avvertiamo il prelato!". "Champagne: di questo a Poggio Reale non ne berremo più"). Solo la donna, e che donna Giovanna Ralli!, ci capisce (o quasi).
Il nemico pubblico N°1 è italoamericano, di Afragola. Joe Carminato! Ballerine che "lascia stare" (fantastichiamo di Sandrelle tredicenni, come di Franche Valeri bagordaiole), con curve in movimento che piegano i più Duri. Sul palco, "che notte quella notte", Fred in un bianco e nero (che sarà) d'autore.
Recuperatelo, garantisce 'Rofum.
(depa)

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