Improduct

Altro ottimo film; il Trieste Film Festival procede a testa ora bassa, ora alta. Cupo, spesso viene fuori Triste Film..., un doveroso sguardo sui margini delle nostre comunità (urbane, europea...), sulle briciole delle nostre tavole, sui resti d'esistenza. "La galassia di Andromeda" è la carezza in un pugno dell'esordiente kosovara More Raça (classe 1992!). Chi lo sottovaluta ignora la delicatezza e l'urgenza della materia sociale, in disfacimento.
Presentato all'SSIF. Dialoghi efficaci. Guri cinquantaduenne non più utile (sentite la volpe dell'appennino tosco-ligure Toti). Un buono, solo ad accarezzare i randagi. Per fame, un'altra dannata caccia al denaro.  Negli ingorghi della città. "Far piccole cose con amore", dice Maria Teresa (e stare a guardare). Far la benzina agli altri. Lo sgamano, non lo beccano? Avere uno scopo, foss'anche la galassia più vicina alla nostra. Sempre sul punto di, per poi tenerci tutto dentro. Non può durare. Ospedali chiusi sino a domani. Denti cavati via con le pinze. Non va bene. "Spero che i cittadini vedano i nostri sforzi per la disoccupazione" gracchiano i corvi in nero (posti sul trespolo da noi). Con una figlia, senza acqua e gas. Dignità, soprattutto. Silenzi di dolore, non ancora rabbia, sotto la notte stellata. Gli astri son spilli per Krusty il clown che non fa ridere. Cinema sociale che fa male-bene, scorgendo i fiori rossi di un'umanità pervasa di ghiaccio spry.
E se Raça avesse chiuso sulla bambina e l'uccellino, con Guri ormai solo immagine d'un ricordo? No, Guri, da proletario se ne va.
Avanti Kosovo, avanti Trieste.
(depa)

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