Bella gente

Niente. Altro western. Western solidi, ben fatti diremmo, dove il regista capace, si attiene alla sceneggiatura costruita con attenzione. Gli interpreti chiudono il cerchio perfetto. Il direttore d'orchestra, in questa pellicola del 1948, è lo statunitense Sidney Lanfield (1989-1993); il soggetto viene dall'omonimo romanzo, dell'anno prima, del connazionale Luke Short; l'affascinante figura è "La città della paura" (t.o. "Station West").
"This is a colorized version...", "Turner" e già corro ai "classici". "An RKO Radio picture". Carrellata...morti. Sing: "In questa città...c'è un'aria malsanaaa...". Uno straniero, schiena dritta che spiazza anche senza parlare, s'aggira spaccioso. Odia i militari, ma solo dalla lingua lungua. Pure lui, però, "parla troppo" e, difatti, è un tenente (gli impunemente coraggiosi). Le ragazze del saloon lo adorano, eau de sbirr (non conoscono la hit xeneixe "Il boia"). Comunque, risse vere, botte che lasciano il segno (per Mike è stata la prima volta). Le canzoni non commuovono, quindi, poiché fanfare.  Ma i dialoghi son fulminanti ("sulla soglia di casa", olèè!) e i foulard neri uccidono e fuggono con l'oro. Rincorsa. Missioni segrete, informatori e doppi giochi. Protagonista mattatore, Dick Powell (1904-1963) stregato da una sirena gialla (da ammanettare): il motore di quest'ottima sceneggiatura. Pellicola che ha verve da spacciare. Il prolifico regista e musicista e cabarettista cicagoano, a noi poco noto, ma da "Hall o fame", qui espresse la sua arte pulita e attenta, senza fronzoli. "Se vedi Davis, ammazzalo". E, invece, se ne torna a Washington.
(Color version 1990)
(depa)

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