Niente Foto Ricordi

Preziosa irruzione al Cinerofum. Altra pizza, altra chiacchiera, altro Cinema. Quello del francese Chris Marker (1921-2012), per esempio. "Autore d'avanguardia", fuori dal giro. Si fa i cazzi suoi e li fa perfetti. Corto-metraggio nerobianco di 28cm e un "come" di gran classe. "La jetée", del 1962, è una distopica disumana. "Un photo-roman de", più reale del vero.
Grazie a "The Criterion Collection", "Janus e Argos Films" (e a Simone?), sono entrate nella "Valéry", con voce di basso, le parole alte d'una memoria disfatta. "La storia di un uomo segnato dall'immagine della sua infanzia...", inizia da un Terminal. Piccolo uomo (grande danno), tra volti, scritte e manufatti. Guerre, vincitori, vinti, prigionieri ed esperimenti. Uomini senza passione. La memoria corre (le tocca) ad uccelli veri, gatti veri. Tombe vere. Attorno, sussurri e "materiale meraviglioso". Non restano che le foto dei ricordi. Parchi (o una donna in fondo alla Spianata).
L'insostituibile vitalità dell'hicetnunc, andata. Ora è online (o inscatolata, Ammazzati te la spedisce a casa). "Tacita fiducia, allo stato puro". Sì, ciao...
Che dire? Un regista nel suo tempo, se vide con tale precoce acume l'immanente disastro d'una socialità frammentata, digitalizzata. La disfatta di questa società dimentica. Morta.
Tra un passato di "simboli sui muri" (popoli ciarlieri e chiassosi, nel "mondo dell'infanzia") e un "futuro pacifico" di trucchi sulle fronti. La Capitale incapacità di fondere vita e presente, visi ed emozioni, gioie e attimi. Siamo già "cose da museo, senza età". "Tacere, ascoltare e scomparire". Fioco miraggio d'una conoscenza. L'uomo che morì due volte. Tra due Godot.
Bon, poco senso continuare. Guardatelo.
(depa)

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