Round trip

La prima perla pescata nel "Pacifico" di Alfred Hitchcock è stata "Il declino", film muto del 1927. Congegno ancora da oleare, Elena ed io nella "Valéry" abituati a ben altri "Hitch", ma i robusti ingranaggi sono quelli del Maestro che detterà lezioni: già paziente allestitore d'atmosfere, esemplare architetto di contesti, ma scalpitante ideatore d'inquadrature. "Storia di un patto di lealtà...pagato a caro prezzo", treno Stelle-Stalle senza fermate intermedie, solo ferite. Ma il ritorno è incluso.

Col gallese Ivor Novello (1893-1951), che partecipò al soggetto, parabola urbana da "Il tempo della giovinezza", sino a quello delle "illusioni perdute". Sequenze di grande effetto, coi "diversivi" concentrati sull'obiettivo. Scabroso a suo modo, col ménage à troi nel retrobottega. Tra i primi trans del cinema legale ("diversa, in mezzo a tanta superficialità"). Altrimenti è racchiofobia. Tra le molte citate in giro, da ricordare anche l'avvicinamento dell'accusatrice al falso colpevole (spremuta di suspense). Il pathos è caricato, le scale mobili del metrò conducono a "Il tempo della finzione". Primi piani annunciatori delle potenzialità cine-narrative del regista (il seltz). Una fugace didascalia di 30.000£. Certo, qui la perdizione è un po' di compagnia in vendita, c'è di peggio (come vedremo...). Basta un raggio di luce, per uscirne.
Giuro, anche a rivederlo, alcuni passaggi mi restano oscuri (lo stesso presunto "oltraggio molto grave" è trattato come il londinese non avrebbe più fatto). Ma è da vedere questo Downhill da Londra ai peggiori bar di Marsiglia, passando per le dissolvenze del "Moulin Rouge", dei pistoni-giradischi. Perla ruvida, ma dalle allucinanti tinte, già psycho.
(depa)

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