La plastica è in Voi!

Pensate un po', ora scrivo due righe (tre) sul primo documentario presentato da Cinemambiente, sopperendo online al rinvio del Festival. Appartenente alla mia categoria degli "interessanti", il documentario francese "Oceani, il mistero della plastica scomparsa" (t.o. "Océans, le Mystère plastique"), realizzato da Vincent Perazio nel 2016, conduce un interessante indagine, alla ricerca della plastica perduta. Tranquilli, non è scomparsa, è ben al sicuro: dentro di noi.
Passeggiata sulla plastica dispersa nei mari. Migliaia di tonnellate di petrolio elaborato finite chissà dove. Sulle superfici delle acque, niente. Non sappiamo quanta e quale plastica vi sia nelle zone d'accumulo dei fondali marini (per lo più, presso le 5 spirali marine nei principali oceani). Microplastiche, ormai. Polietilene (sacchetti), polipropilene (cannucce, tappi). Accumulo nei ghiacci artici, ma non solo. Sui fondali. Altro che isole e continenti, visibili, e chissà, rivendibili con qualche tocco green. Magari. Poi, truc, il plancton porta giù queste microplastiche. Quindi, l'impatto della plastica sugli organismi ("lo dico agli studenti di non buttare via i sacchetti di plastica, ma di condirli prima"). Non tutti gli scienziati sono d'accordo. UDITE!. Per alcuni in quantità irreversibili, per altri marginale. A questi ultimi, qualcuno ha controllato le entrate economiche? Secondo voi quale delle due parti è pagata meglio? Le cozze sono buone. Conseguenze sulla biodiversità, trasporto di patogeni (batteri come i vibrioni possono portare il colera). Perché non fare l'unico passo successivo, non produrre più plastica? Ah, certo, "guarda che la plastica è blaBlaBla..."
Come direbbe il buon Jachi, "Disastro...".
(depa)

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