Filmone. Di quelli da "Viva il cinema!". Il quattro giugno è stato l'anniversario della dipartita del grande Nino Manfredi (1921-2004). La mattina seguente, in sala Valéry, premo 34 senza indugio. Nel 1971, il grande attore frusinate si cimentò per la seconda volta alla regia (anche), ottenendo il premio miglior opera prima (ma?...) a Cannes e dieci milioni nelle sale. "Per grazia ricevuta" è l'accorato racconto di fede di un eterno ragazzo. Benedetto, sempre nel cuore, potrà mai essere pronto, libero?
Crescere così, nei piccoli puebli della profonda Terra di Lavoro. Colli lontani, solo un furgoncino sgangherato. Con "L'amico celeste" presente. Scritto assieme a Magni, Benvenuti e De Bernardi, è una dolce e atea parabola, dall'infanzia con "il santo inseparabile", alla maturità col dolore insaziabile.
"Io quello col porco non lo voglio!". Osservare il gruppo di monelli è una leccornia, mi avvicino al mio nuovo dio, Suhd (per ricevutissima!). Delicatezza sopraffina, per una regia popolare che meraviglia. Benedetto Assatanato. Se gli zoom son carezze, o buffetti, la mano è maestra. "Viva Viva Sant'Eusebio!". Poi sarà la serpe con l'estasi della caduta nella carne. Efficacissimo, vedi Benedetto Ubriaco prima dell'uscita nel mondo, costruzione di grande intensità. Poi il farmacista...Lionel Stander (1908-1994), settant'anni sul set, basterebbe quasi solo lui. Commovente, come un capolavoro.
(depa)
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