Non farti prendere

Tra gli assistenti dell'appena scoperto Paolella, vi fu Sergio Sollima (1921-2015). Esponente ancor più celebre dello "Spaghetti Western", il regista romano ne incarnò il volto sociale, di fronte allo sfrenato individualismo e, in questo caso, autoritarismo incombente in ogni società. "Faccia a faccia" (1967), appunto, è un'amara amicizia, tra coscienza e fedeltà.

Gian Maria Volonté and Tomas Milian in..."Il successo bisogna volerlo, dovete reagire, signor...". E il signor Fletcher, da Boston in Texas per curarsi, reagirà eccome...Già dopo i titoli di testa, poche speranze per un viaggio tranquillo.
Attacco tipico, languido, pronto ad impennarsi da buon spaghetto verace (subito lo schianto). Charley Siringo vuole riformare il Branco Selvaggio...Beauregard-Milian pare ormai un individualista guardingo, ma si può fare. Fletcher-Volonté un po' sacrificato, ma il crescendo è stato scritto, dallo stesso regista, proprio per Lui. La regia è ricercata (l'uomo che sorride e, giù, sul legno della balconata), con movimenti macchina che, in mezzo ad intreccio sì classico (uomo preda del delirio di potere), hanno l'aroma del rimpianto. Si alternano momenti di grana grossa, con didascalismi, espliciti evitabili (le coppie dinanzi alla solitudine del prof. Fletcher; la reazione sulla donna, poi quella del marito). Scenografie curate, con l'affollato e un po' sgangherato accampamento di Pietre di Fuoco (non Sardegna), che divien familiare.
Violenza: "uno è un violento, 100 sono una banda, 100.000 sono un esercito". "Ragione di Stato, senza odio, una questione di civiltà".
Si sarebbe potuto chiudere prima, con la solitaria follia dinanzi al fato, ma il finale insistito trova una sua tragica eleganza.
(depa)

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