Il ricco tycoon è morto. L'eredità è nota, l'erede no. Ci sarebbe un certo Mr Deeds, fabbrichetta di candele che "non va" e versetti delicati sulle cartoline. Nelle magiche Mandrake Falls (Vermont) era già ben voluto (non sanno nemmeno quanti siano, lì, 20 milioni). Una società, ma sì!, fondazione artistica di teatro d'opera! Cenerentolo senza illusioni, tra luci e ombre che giocano con la scenografia perfetta del fido Stephen Goosson (1889-1973), pensavano fosse un cretino...Onesto e semplice, ma, qui il gioiello dell'adattamento dell'ancor più fedele Robert Riskin (1897-1955), senza ingenuità. Semplicemente "un vero genio" che suona la tuba. Astemio perché nudista. Travolto da denaro e fama, circondato da giornalisti con la lambada, e ragazze col ballo di San Vito: affannati a dover vivere, dimentichi della bontà. Incredulo dinanzi l'aiutare chi non ha voglia di remare e non chi fatica. Deeds ha l'animo puro del bimbo cui non preme il bilancio mensile. Sensibile alle auto-pompe dei mangiafuoco. Affetto dalla malattia dei Serafino, la libertà. Senza più vita, Ariosto Deeds; con evidenti sintomi di ossessione benefattrice. Come Rocky III con "Carne Morta", lascia solo che gliele diano.
Con un Gary Cooper strepitoso (il bidone della spazzatura e il "Sì" alla richiesta se fosse innamorato), il film di Capra dispiega con intelligenza ed incisività, sentimenti buoni (la scena della minaccia a mano armata) e consigli pratici: approssimazione, dissipazione (burocrazia) e sconforto scacciati con spirito d'impresa. Restano l'eterna illusione di una giuria sana di mente e le zitelle picchiatelle!
Forse il mio preferito di Capra.
Forse il mio preferito di Capra.
(depa)
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