Condizione della gonna

Nello stesso anno, 1964, mentre nel Lontano Ovest, scanzonatamente, si battibeccava per tre fucili e qualche ammazzato, in Europa, Francia, Jean-Luc Godard inquadrava "Una donna sposata". Grazie ai soliti dell'"Altrove", in pellicola nei caruggi, alcuni lavori del mentore politico della Nouvelle Vague. Tra cui questa, con lo sguardo smackato sulla pelle di moglie, contesa e indecisa. Fortunatamente "Una",  anche se splendida e divisa.
Nel video inviato ai ragazzi dell'oggi-"Tiqu", Macha Méril ricorda della censura transalpina del titolo, col "La" sostituito dall'"Una"...la prima scelta Sandrelli stoppata dal "pancione" irriprendibile (ironia della morte)..."la pillola in Francia solo nel 1967...si andava ad abortire all'estero (sino alla legge Simone Veil, dicembre 1974). Sono presente in quasi tutte le inquadrature di questo film grafico che ha fatto data, per come ha cambiato il modo di far cinema e di parlare della donna, pur non essendo JLG un gran femminista". Dopo l'emozionante contributo dell'ancora bellissima attrice francese, oggi ottantaquattrenne, un critico genovese ricorda che "a Venezia uscì come "La femme mariée""...
(Visa no 29.229). Pensieri liberi di una donna dalla parole leggere ("Dal tabaccaio fanno le multe, lo sai?"). Questo lavoro che vorrebbe essere sociologico, alla maniera del teorico cinematografico parigino, ribaltatore di immagini, rompe e irrompe con volatili capitoli su Memoria, Presente, Intelligenza, Il teatro e l'amore...Imbarazzi da risate registrate su vinili salva matrimoni. Una carezza lunga 90', una mano sempre lì ("Celui-là"), ma le parole "Le plaisir et l'amour" (diversamente da "Prenez parti!"), suonano ben poco femministe. Tra compassione e cinismo, intellettualissimo, "da lacrima". Meno male che "è finita".
Ma a Elena è piaciuto!
(depa)

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