Il terzo film del terzo giorno, trascorso all'ultimo TriesteFF, ha previsto l'esordio della regista rumena (Cluj, 1982), cresciuta in Ungheria, Katalin Moldovai. Da lei scritto e diretto, "Senza aria" è una pellicola sociale sull'insegnamento ai tempi dei sovranisti. Pedagogia declinata coi valori cari al padronato, in una pellicola solida per tematica e realizzazione: che pena per docenti e studenti. E per genitori. E per giornalisti. E per governatori.
L'autrice avvisa che il film è ambientato in "Ungheria ma può succedere ovunque". "Chiudete gli occhi", suggerisce una voce fuori campo, in vista dell'orrido sociale in cui sprofonderà. La fotografia solare è il riverbero innaturale di un astro già morto. Sullo sfondo, la cronaca della devastazione climatica perpetrata da professionisti maturi e capaci. Simboli, come ogni altro strumento del potere. Perché Margit non sarebbe d'accordo? Fenomeno di '"eclissi totale" da vedere. L'attimo è fuggente, già scappato nei Balcani. "Problemi?". Molti. Fioccano le udienze dove lo Stato si impone. Un film non adatto ai minori può scatenare l'ira di minorati. Le note cupe sanno meglio di noi come una bolla...può far rumore, mentre un "silenzio insopportabile" percorre i freddi corridoi di questa pellicola coraggiosa, anche LGBTQIA, e curata. La camera si allontana dalla protagonista, sempre più sola, ostracizzata, lebbrosa non allineata. L'ammonizione come repressione preventiva. "Sì che potevate". Insegnare dai libri di testo: la morte della scuola con l'inevitabile ticchettio della (presa di) coscienza. Fanculo tutti i 150° anniversari!
Solidarietà tra colleghi...Mica perché cattivi, ma salariati. "Più ti fai sentire, peggio è": il docente è già un codardo: uno sbirro (causa eccesso d'autorità). Su internet, ostaggi dei commenti di PizzaLover97 e JohhnyBoy, naturale che virus letali Viktor Orbán prolifichino.
All'uscita, i voti: 7 per me, 6 e 1/2 per Elena, un po' annoiata. Ma questa pellicola poco nota ha il respito ben più ampio delle recenti aule tedesche.
(depa)
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