Guerra seria

Inerpicato sulla filmografia di Spike Lee, più sfiancante del previsto, giungo causa TV alla miliare del 2007, quando "Miracolo a Sant'Anna" condusse il regista newyorkese, con tutta la sua troupe e idea di cinema, in terra lucchese. Spettacolare melò bellico, con lo sfondo dell'eccidio nazista di Stazzema (12 agosto 1944), dove gli afroamericani mandati a morire trovarono i modi per raccontarsela.
Si può iniziare con un giornalista curioso. Siamo in America, a Hollywood, quindi la miccia è una testa della Trinità di un ponte di Firenze (1944). E i giornali dalla finestra cadono proprio sul tavolino di..., tutto ciò si merita un bel rallenti avu-insulso. Certo, bombe staccano gli arti, neri liquidano nazi in fuga. Ma c'è il "Gigante di Cioccolato" (no flavour, no look), un sognatore. Secondo il democratico Lee, di fatto omettendo qualunque seria ottica antimperialista, i neri che hanno guerreggiato sono eroi (userei un altro termine) quanto e più dei bianchi. Pot-pourri di chi non ha trovato (cercato?) la sua strada. "Decimazione", coi generali nazisti che rivogliono la famiglia, fascisti e compagnia osannante tutti uguali davanti a Dio, etc, etc...(la preghiera "collettiva"). Patetismi patinati in un soggetto a flashback d'incastro solido, ma piegato lungo le idee ormai piatte (allineate) del regista, coerente a sé, non a me (e chissené). Finale alla Tornatore, piango. Chiusura sulla statua, vomito.
(depa)

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