Venditrici di cavallette

Con qualche salto lungo il, comunque ricco, percorso del cinema Sud Coreano, grazie a "Foglio" con Elena ci siamo imbattuti in So Yong Kim, autrice indipendente di Busan, classe 1968, recentemente dedita alle più remunerative serie TV. Al secondo lungometraggio, nel 2008, girò un'intensa pellicola sulla sfera infantile. Affettuosa ode all'età delle mute osservazioni, dei primi tentativi. Angoscianti i balzelli, su di una "Montagna senza alberi".
Jin e Bin. Due sorelline, quasi sole. Parcheggiate, "Andrà tutto bene". Con una zia con pochi vizi e calore (in tutti i sensi). Le ore dei figli in attesa della madre. Infanzia spesa nel riempire salvadanai di sogni. Cinema compassato, a tratti provante, ma emozionante per la capacità della m.d.p. davanti alla regista di cogliere i voli gioiosi e drammatici delle due meravigliose colombe protagoniste. "La mamma non torna più, stupida". Sguardo delicato, quasi pudico, sui sentimenti dei bambini ("Sorella...mi mancano tutti") in un cinema alto, figlio di altri, cui tributare una doverosa insistenza.
(depa)

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