Worst Glam

Mai seguire consigli sputati dopo rossesi e ormeaschi. D'altro canto Ridley Scott ha trafitto parecchi cuori inconsapevoli e torna ciclicamente con titoli roboanti, imperiali, nelle sale. Vale la pena ricercare donde nasca tanta fedeltà. Ma non cominciate da "Black rain" (s.i. "Pioggia sporca", 1989), action movie senza passione, ché rischiereste di cestinare senza indugio la cartella del regista inglese. Il peggio del cinema americano di quegli anni grezzi e trastullanti.
Proiettata nello "Studio Negri" la sapienza del regista nel maneggiare luci, immagini e musiche (Hans Zimmer). I passanti strillano davanti al suo esercizio di montaggio. Pop o glam rock, eh (come l'appartamento del protagonista).
"In association with" Michael Douglas un po' spaesato, nel ruolo non nelle sue corde: poliziotto "pazzo e pericoloso" dai metodi non convenzionali (a loro permessi). Violento e col vizietto di alleggerire le refurtive, incredibilmente dimostrerà di compensare con coraggio e tenacia...
Con Andy Garcia e Ken Takakura (1931-2014), altalenante nei toni, ora tesi ora dis, con la morale (internazionale) da fare allo sbirro indebitato ("Io non devo più vedere voi, sei un ladro"). Tristezza. Un Garcia super simpatico e ragionevole, tranciato brutalmente, non solleva i dialoghi mediocri ("Noi giapponesi costruiamo automobili, siamo il futuro"...). Led, insegne, lustrini, in un poliziesco insistentemente razzista (quegli stupidi Jap).
Vendetta! Sodiomaiò! Tutto come previsto, Andy finirà male e il Luogo Comune giapponese, dicendo di no, comparirà al momento giusto. Ed ecco la sequenza motociclistica finale, che attendevamo dalla prima scena (anche Elena ha smascherato il rumore delle "Suzuki", belin...).
Anche la ragione del titolo risulta forzata e avulsa, ho detto tutto.
(depa)

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