Febbricciattole e sviste postmoderne han fatto sì che Ridley Scott restasse con noi. Col suo film più amato, a tenere calda, con immagini e passioni vivide, la nostra vicinanza. "Thelma & Louise" va oltre gli Ottanta (è del 1991), pronunciando le parole più scarne delle disilluse dell'epoca, suicidi sorridenti all'assalto frontale, "di fronte a tanta M".
Susan Sarandon & Geen Davis. I cavoli e le rose (bbbuuu!). Poi Harvey Keitel e Brad Pitt ventottenne (cui non resiste manco Elena).
Grandi amiche, donne in vacanza, non parrebbe pericoloso ("Il fumo blocca il sesso"). Ma non siamo nel mondo dei sogni, né per donne. Un pompino carissimo (finalmente), conduce oltre Oklahoma, in Messico, senza passare dal Texas. Circondate da bellimbusti, sfigati, bruti e camionisti. Da vagoni ferroviari, trivelle di pompaggio e aerei scaricanti DDT. Bel Michael Madsen, troppo bello per Louise ("gli occhi più belli" finiscono per essere quelli di Demetan...). Come spesso, buone immagini a supplire dialoghi che non possono andar oltre, sordinati dalla stessa idea di cinema del regista inglese presto hollywoodiano. Come lo "spettacolo bellissimo" del "fottuto Gran Canyon. Lui "le conosce le donne!" (?). Belin, con Thelma è dura...."Coraggio!", valchirie dei canyon! Da una parte gli eserciti schierati, dall'altra i voli liberi.
Nei videoclip dei titoli di coda, i flashback che infiocchettano con coerenza quest'opera intensa, ma sopravvalutata, di Scott.
(depa)
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